martedì 4 febbraio 2020

"La rete degli invisibili" di N. Gratteri- A. Nicaso, recensione di Ettore Martinez e Mauro Scorzato


Del magistrato Nicola Gratteri, impegnato in Calabria sul fronte 'Ndrangheta, sono reperibili in rete numerosi interventi fortemente esplicativi del fenomeno. Di conseguenza, grazie a questo libro -scritto insieme ad Antonio Nicaso, in assoluto uno dei massimi esperti di 'Ndrangheta- è possibile oggi farci un'idea ancora più precisa di *quelle che sono le attuali nuove frontiere della criminalità mafiosa* in generale e dei suoi avanzatissimi livelli di *infiltrazione dentro le istituzioni*.
« La 'ndrangheta, insomma, è sempre più governo del territorio. E la componente riservata (...) serve per addentrarsi negli enti locali dettandone gli indirizzi politici. Non si limitano più a votare o a far votare, oggi i boss vogliono decidere, comandare. (...) "il 'metodo' (individuazione del candidato maggiormante 'orientabile'; composizione delle liste; diretta manovrabilità di un numero di consiglieri ideoneo a imbrigliare e condizionare le azioni di governo di Sindaco, ovvero di Presidente di Provincia o di Regione)" [citato da sentenza del Tribunale di Reggio Calabria, 1 marzo 2018,nota 5] ... », op.cit. pagina 18.
I due autori di questo libro dicono anche che la 'ndrangheta non si pone problemi ideologici o di linea politica: sostiene chi più le serve in quel dato momento; e se prima erano i mafiosi a fare pressione sui politici, adesso sono questi a bussare in cerca di aiuti.
Ho iniziato la lettura e le recensioni parziali di questo libro ben prima delle ultime elezioni regionali. Il concetto espresso nel secondo capoverso di questa mia nota è ripetuto più volte nel libro con riferimenti storici anche a partiti e movimenti ben diversi dalla coalizione risultata vincente a queste ultime elezioni. Per i livelli, le percentuali e le cifre di questa infiltrazione rimando alla lettura diretta del libro. (E.M.)

La 'ndrangheta, per quanto la più virulenta e fisicamente pericolosa tra le mafie, non è sicuramente la più avanzata. Come lo stesso Gratteri ha più volte puntualizzato è quella che si occupa di importare stupefacenti "all'ingrosso" e ditribuirli nella Penisola. Ancorchè tale attività richieda numerosi contatti sia nel territorio nazionale che all'estero, rimane ancora una attività palesemente illegale che può essere perseguita dalle FF.PP. e punita con gravi sanzioni ( vedi il regime del 416 bis). Altrettanto non si può dire di quella Mafia che oramai si occupa di riciclare i guadagni sia di 'ndrangheta che di altrre mafie autoctone e non, e senza rischiare alcunchè se non sequestri di beni e ammende può accumulare ricchezze tali da poter destabilizzare economie statuali e pertanto con potere di ricatto enorme, travalicante i poteri di magistrature e polizie.
Chi non è dedito al traffico di stupefacenti e/o correlati crimini violenti oggi rischia molto poco in ternini di sanzioni penali, in compenso può condizionare economie sempre più depauperate dal malgoverno. Ricordo che il famoso narco colombiano Pablo Escobar Gaviria, capo del cartello di Medellin, si offrì di riscattare il debito pubblico della Colombia pur di non essere estradato negli Stati Uniti; si provi a pensare ad una offerta del genere (magari non tutto il debito pubblico italiano ma semplicemente il 50%) ai nostri governanti??  (M.S.)

N. Gratteri- A. Nicaso, " La rete degli invisibili", ediz. Mondadori 2019 pagine 194, costo € 18,00, disponibile in ebook.



Assai interessanti sono anche le parti di questo lavoro relative al web sommerso e alle ribellioni femminili.

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