mercoledì 1 aprile 2020

"La guerra di Corea" di Steven Hugh Lee, Il Mulino 2016





Professore universitario alla British Columbia University di Vancouver Canada. Steven Hugh Lee, sembrerebbe di origine coreana, ha scritto questo libro nel 2001 (edizione italiana Il Mulino, 2003). Non è un libro molto ponderoso: in tutto 211 pagine. Molto essenziale e documentato nei punti che intende approfondire. Diciamo subito che gli aspetti militari sono trattati quasi sempre in maniera estremamente generale se non sommaria; mentre il nocciolo di questo lavoro è rappresentato dalla ricostruzione degli aspetti socio-politici e diplomatici, anche in chiave geopolitica.

La guerra di Corea (1950-53) viene così inserita nel contesto della cosiddetta Guerra fredda e l'autore ne valuta le conseguenze in merito, sia in termini di riarmo dei rispettivi campi contrapposti (compresi la Germania e il Giappone) che in termini di strutturazione delle rispettive sfere d'influenza. Il libro si conclude prendendo atto del fatto che la divisione delle due Coree, nonostante alcune distensioni prodottesi negli anni '90 è ancora (cioè, quando lui scrive, nel 2001) una zona critica fra le superpotenze assai pericolosa per il mondo. Gli avvenimenti di questi ultimi tempi dimostrano che, per quanto la Guerra Fredda sia tecnicamente finita e il contesto internazionale molto modificato, quel 38º parallelo rappresenta ancora un problema.

La guerra di Corea è però una "guerra dimenticata" velocemente archiviata dalla memoria storica più generale. Il 38° parallelo, dopo la cacciata dei Giapponesi, rappresentava una linea di divisione fra il Nord comunista, legato a URSS e Cina popolare e il Sud capitalista, legato agli USA. Nel 1950 il Nord invase il Sud e ci volle l'intervento USA (sotto l'ombrello ONU) per riportare i comunisti al di là della linea di demarcazione violata. Il successivo tentativo di invadere il Nord comportò l'intervento dei "volontari" cinesi; una valanga umana che costrinse gli alleati a ripiegare nuovamente. Alla fine si tornò al 38° parallelo.

L'Italia partecipò con la Croce Rossa dell'Esercito. La guerra fu terribile sotto ogni aspetto. I Cinesi dimostrarono di poter tenere testa all'esercito americano, che era il più moderno del mondo ma lasciarono sul terreno un milione di caduti. I morti civili e militari nelle due Coree si contano in quattro milioni di uomini circa. Essendo questa anche una guerra civile fra coreani comportò delle terribili atrocità.

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