mercoledì 21 agosto 2019

"Benedetto fra le spie" di A.Paloscia - una recensione


Questo è un libro (prima ediz. 2007) per molti versi sorprendente. Intanto perché ci parla molto e approfonditamente di papa Benedetto XV, un papa se vogliamo piuttosto "dimenticato"; se si eccettua papa Ratzinger che proprio a lui si è voluto a suo tempo in qualche modo idealmente riallacciare. Ma soprattutto perché il personaggio riconosciuto al centro dello spionaggio austro-tedesco in Italia è un suo ex allievo prediletto, cioè mons. Gerlach, nobile tedesco con importanti aderenze non solo in Germania ma anche alla corte imperiale di Vienna.


Come è noto l'Italia è entrata in guerra con la Germania solo nell'estate del 1916, quindi più di un anno dopo che contro l'Austria. L'Italia era stata pressantemente sollecitata in questo senso dagli alleati anglo-francesi dell'Intesa che la accusavano di volersi così mantenere una via d'uscita diplomatica per un trattamento mite in caso di sconfitta. Ma dell'Italia i Tedeschi non si fidavano e Gerlach e la sua rete, come tutto lo spionaggio germanico del resto, furono da subito (cioè dal 1915) attivamente impegnati contro l'Italia.

L'intraprendente monsignore, amante delle belle donne e della vita dispendiosa, utilizzava il Vaticano, che era Stato neutrale nel cuore di Roma, e quindi tutte le sue coperture diplomatiche per far giungere agli austriaci e ai tedeschi le informazioni che venivano raccolte dai suoi agenti e/o captate in Vaticano. Gerlach era infatti cameriere segreto del Papa e in quanto tale aveva accesso a informazioni di carattere strategico. Un personaggio rocambolesco, insomma, e spregiudicato. Ecco: fra le cose che colpiscono in questa dettagliata ricostruzione storica c'è soprattutto una piccola folla di spie, prevalentemente doppiogiochiste, quasi tutte persone amanti del lusso e in continua ricerca di avventura e -soprattutto- di denaro.

Occorre ricordare comunque che i rapporti fra il Regno d'Italia e la Santa Sede erano allora diffidenti e pessimi, mantenuti prevalentemente tramite canali sotterranei. Il Vaticano parteggiava apertamente per la cattolicissima Austria e così pure gran parte del clero delle zone di recente acquisizione italiana come il Veneto dove incrementava lo spionaggio austriacante che era floridissimo. Al riguardo si può consultare in questo stesso blog unbreve e incisivo saggio del col. Mauro Scorzato:

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Ricorderemo en passant anche il maresciallo dei (RRCC) Carabinieri di Borore Lussorio Cau (l'eroe di Morgogliai) che scoprì e smantellò al fronte una di queste reti spionistiche avviando un'azione di contro-spionaggio travestendosi da prete.
Il Vaticano e l'Italia erano allora molto lontani da una conciliazione e molto forte era nello stivale la presenza massonica, che sarà ovviamente in prima fila nell'agitare il caso Gerlach in chiave anti-clericale.

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