martedì 19 marzo 2019

La crudele amicizia fra tedeschi e italiani. . Frederick William Deakin, "La repubblica di Salò", 1962. - Einaudi




di Ettore Martinez





C'è da dire subito che, a dispetto del titolo italiano, la parte dedicata al fascismo repubblicano (la cosiddetta RSI, 1943 settembre - 1945 aprile) rappresenta soltanto una parte, quella finale, neanche la più cospicua, del testo. Il suo titolo originale invece, "La brutale amicizia" è assai più indicativo del contenuto, o meglio del taglio interpretativo che Deakin assegna alla sua ricostruzione storica facendo larghissimo uso di documenti scritti e di testimonianze uscite su libri e giornali, soprattutto italiani, nel secondo dopoguerra. In altri termini qui si parla dell' Asse, cioè dell'alleanza politico militare Italo-tedesca. Brutale amicizia, perché come a partire dall'estate del 1942 cominciano ad arrivare per tedeschi e italiani le cocenti sconfitte in Africa e Russia, l'atteggiamento tedesco è sempre più duro nei confronti del suo sempre più fragile alleato italiano. Dopo la famosa ultima riunione del Gran Consiglio del Fascismo del 24-25 luglio 1943 e il successivo arresto del Duce da parte dei Carabinieri per ordine del Re, poi, abbiamo un crescendo drammatico di asservimento fascista al nazismo che culminerà nella fosca atmosfera della RSI e nei reciproci tradimenti finali.

Questo libro è ormai datato e in certe parti anche superato e incompleto; per esempio su Galeazzo Ciano offre una ricostruzione estremamente incompleta degli eventi che portarono al suo sequestro a opera dei tedeschi. Altre parti ancora sono state decisamente meglio trattate da altri autori. Ciononostante le sue centinaia di pagine sono una miniera assai istruttiva non solo di informazioni storiche (fra l'altro, oltre alle note e alle citazioni sono presenti alcune appendici documentarie di grande interesse) ma anche di acute osservazioni di carattere militare, politico e diplomatico. Senza niente perdere in termini di acribia e scientificità Deakin fa proprio il richiamo di Dilthey all'Erlebnis, all'immedesimazione storica per la quale un evento e un contesto storico sono comprensibili solo se ci si cala nell'insieme dei valori e nell'orizzonte di senso dei protagonisti. 

L'analisi psicologica quindi serpeggia per questo libro fra rapporti diplomatici, resoconti di riunioni militari e narrazioni di eventi politici; e non mancano dei bozzetti suggestivi come quello che il Generale Rommel traccia di Mussolini dopo un colloquio con il Duce: non è un vero romano, annota, per quanto si sforzi, ma un grande attore.

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