martedì 19 febbraio 2019

"L'affondamento del Tripoli" di Alessandro Valsecchi


di Ettore Martinez


Enrico Alessandro Valsecchi è l'autore dell'ormai quasi introvabile "L'affondamento del Tripoli" (ediz. Frilli, Genova) nel quale viene ricostruito il siluramento, da parte di un sommergibile tedesco U-Boot, del piroscafo "Tripoli". 

Il fatto avvenne nella notte tra il 17 e il 18 marzo 1918. Per quanto la nave fosse adibita al trasporto postale e quindi non ufficialmente al trasporto truppe, a bordo i militari trasportati erano 379. la maggior parte dei quali appartenenti alla Brigata Sassari: 129 di essi persero la vita nelle acque gelide a 20 km da Golfo Aranci (a poca distanza da Capo Figari), mentre i civili scomparsi furono 47 e gli uomini della Marina Mercantile dell' equipaggio 63. Si salveranno in 185, molti dei quali a nuoto. 

La Germania, ormai prossima allo strangolamento economico, aveva decretato la guerra sottomarina indiscriminata dal 31 gennaio dell'anno prima. Tuttavia ad alcuni sembrava che esistesse una sorta di "tacito accordo" perché il Nord Ovest dell'Isola venisse risparmiato dai tedeschi. Così si pensava anche per la tratta Civitavecchia-Golfo Aranci, che assicurava anche la corrispondenza ai prigionieri austriaci detenuti all'Asinara. 

Forse perché l'ammiraglio Von Tirpitz, approdato a suo tempo ad Alghero vi si era a lungo trattenuto sposando una signora olandese ivi residente, grazie alla dote della quale Von Tirpitz (il grande promotore dell'armamento navale e sottomarino tedesco prima della Grande guerra) aveva proprietà in Sardegna, proprio da quelle parti. 

Case ad Alghero, terreni e (almeno) una miniera; dalla quale anni fa il giornalista sassarese de "La Nuova Sardegna" e della RAI Bruno Merella -che si è già occupato a suo tempo sia del "Tripoli" che del libro di cui stiamo parlando- mandò un servizio proprio su questo argomento. C'è da ricordare anche che l'Italia (dove nelle alte sfere esisteva un influente partito filo-tedesco), in guerra con l'Austria dal 1915, entrerà in Guerra con la Germania solo a fine agosto del 1916. 

Ma ci risulta anche che Von Tirpitz si fosse dimesso e fosse stato sostituito e spostato ad altro incarico già nel marzo del 1916. Cioè qualche mese prima che l'Italia dichiarasse guerra alla Germania. Quanto alle proprietà sarde di Von Tirpitz sembra che siano state requisite, non subito dopo l'affondamento del "Tripoli" (avvenuto nel 1917 peraltro davanti alla costa nord-orientale della Sardegna), come qualcuno ha scritto, ma a fine guerra nel 1918.

Ai tempi, vista la scarsa autonomia dei sottomarini correva  pure la voce che nella zona nord-ovest della Sardegna esistesse o fosse esistita una base tedesca per sottomarini fissa o mobile. 

Le fasi del naufragio del "Tripoli", durato almeno 4 ore, come pure dei lacunosi interventi di salvataggio, sono descritte nel libro piuttosto accuratamente e non manca un resoconto delle interpellanze dei deputati sardi al riguardo. Quanto ai militari sopravvissuti al contrario dei loro commilitoni "scomparsi in mare" (l' equivalente dei "dispersi" in terra), diversi di essi, presentatisi alle caserme in ritardo oltre i 5 giorni stabiliti, furono inizialmente presi per disertori e alcuni dovettero anche sopportare un processo prima di essere liberati da questo incubo. 

Nel 2004 succederà che le ricerche del cacciamine Vieste della Marina Militare porteranno all'individuazione del relitto.

Fra gli eroi di questa tragedia, tutti menzionati dall'autore, ricordiamo:il radiotelegrafista Carlo Garzia, annegato per essere rimasto a trasmettere il suo SOS fino alla fine e il vicebrigadiere dei carabinieri Angelino Anedda, tornato dentro la nave per recuperare vestiti per delle donne semi-assiderate che si trovavano su di una zattera non ancora calata in mare. 

Questo libro è piuttosto agile e apre (note comprese) diversi scenari meritevoli di approfondimento storico e giornalistico. Per i ricercatori: il fatto è documentato nella busta 16/2,fila R/51, Archivio di Stato di Sassari. Ringrazio per l'aiuto il giornalista Bruno Merella e il già direttore del Museo storico della Brigata Sassari, col. Mauro Scorzato.


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