sabato 1 febbraio 2020

"La Sardegna nella Grande Guerra", Autori Vari, Editore Gaspari, 2020.





“La Sardegna nella Grande Guerra”, AAVV, a cura di Aldo Accardo, Francesco Atzeni,Luciano Carta, Antonello Mattone. Casa editrice Gaspari, 2020.
Si tratta degli atti del Convegno di studi tenutosi nel 2015 (15-17 Dicembre) poi rielaborati e pubblicati insieme a nuovi contributi.
La terribile Grande Guerra ha rappresentato per la Sardegna un evento particolarmente significativo. Sia per l'elevatissimo tributo di sangue pagato dalla regione in termini assoluti e relativi, sia per la nascita di una coscienza identitaria fortemente autonomistica.
I curatori rilevano come questi valori oggi costituiscano un patrimonio collettivo ormai fatto proprio da tutte le forze politiche.
Il volume, più di 700 pagine, corredato di note, raccoglie gli interventi ad ampio spettro di numerosi studiosi.


Segnaliamo questo lavoro che si propone di ravvivare gli studi sull'argomento e di aprire nuove piste di ricerca all'indagine storica e storiografica.

“Lo storico Luciano Carta è uno dei curatori di questo libro ed è anche l’autore di uno dei numerosi saggi contenuti nel volume. Gli abbiamo posto alcune domande.
- Un libro voluminoso, più di settecento pagine. A chi è indirizzato?
R. – E’ indirizzato a tutti coloro cui interessa la storia della Grande Guerra vista nella dimensione regionale dei Sardi e della Sardegna e in particolare attraverso l’esperienza così importante per la storia della nostra isola, della “Brigata Sassari”, della rievocazione di Lussu, del modo in cui il conflitto è stato vissuto nei nostri paesi.
- Sembrerebbe che uno degli scopi dichiarati di questa operazione culturale sia quello di spingere la ricerca storica verso piani maggiormente differenziati. È esatto?
R. – Direi di si. Infatti ad una rivisitazione storica fatta da illustri storici nazionali e sardi si associano studi “nuovi” nel panorama storiografico, come ad esempio il saggio sulla funzione della musica nella guerra, sulla moda femminile riguardante l’elaborazione del lutto, sul modo i cui la “Brigata Sassari” fu “percepita” dai lombardi del Bresciano prima che venisse dislocata sul Fronte veneto, sul ruolo di personaggi sardi illustri ma sconosciuti, come il chimico ploaghese Efisio Mameli, e via dicendo.
- Voi curatori auspicate e sostenete anche un livello intermedio di divulgazione, più accessibile ad un pubblico di non addetti?
R. – Verranno fatte delle presentazioni in varie località della Sardegna, rigorosamente rivolte ai “non addetti”.
- Com’è che si è passati dagli atti di un convegno(tenuto nei giorni 15-17 Dicembre 2015) alla pubblicazione di questo lavoro?
R. – Proprio dalla considerazione che la Storia dev’essere un fatto eminentemente pubblico, che contempla insieme la ricerca e la riflessione dei protagonisti e la sua incarnazione in contesti per definizione “non accademici”.
- Nell’Introduzione si auspica un fiorire di “piccole ricerche che scavino in profondità”: il riferimento è quello alla Storia locale e a chiusura del libro troviamo un approfondimento su Bolotana. In che modo questa ricerca del bolotanese Luciano Carta si ricollega alla Storia generale del nostro 15-18?


R. – Si ricollega nei termini espressi dal grande drammaturgo tedesco Bertolt Brecht, la cui lirica sulle “domande della storia” non a caso funge da “epigrafe” a quel contributo: la storia non la fanno solo i grandi. Occorre dare voce anche ai tanti pastori e contadini che hanno vissuto sulla propria pelle quell’esperienza, alle tante famiglie che hanno trepidato per i familiari al Fronte o in prigionia e spesso hanno ricevuto la notizia della morte di tante giovani vite. Occorre chiedersi: è giusto ricordare anche loro e provare a scavare nel loro mondo e nei loro sentimenti?

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