MEGLIO ONESTI
L'articolo si intitola "Perché l'onesto è più creativo ed efficiente"
« Ora domandiamoci: gli onesti, coloro che hanno la bussola dell'integrità, come possono operare in un mondo dove ci sono tanti potenti corrotti e tanti spregiudicati? Non verranno sempre sconfitti? »
IL LIBRO
« ... la presa d'atto da parte dell'opinione pubblica che, per la repressione del fenomeno, non si andava oltre ad "affermazioni di principio" senza porre sul campo "strumenti o tempestivi esempi di concreta volontà per la neutralizzazione del loro sussistere [...] anche quando si sono dovuti registrare altri gravissimi eventi" » (pag. 152)
Il libro, per quanto sfiori le 350 pagine non ha -dichiaratamente- la pretesa di ricostruire tutta la storia della Mafia. Ne esamina però dei momenti cruciali, delle boe storiche -diciamo, e li analizza con precisione e senso critico. Senza rinunciare mai a denunciare le collusioni fra i politici e gli apparati dello Stato con Cosa Nostra.
La Mafia siciliana, per quanto al momento surclassata dalla 'Ndrangheta calabrese e militarmente indebolita, ci dice Governale, è tutt'altro che morta.
Troppi ritardi nell'avvedersi della sua pericolosità e troppe coperture hanno sempre evitato un'azione risolutiva politica-culturale-economica da parte dello Stato.
Al riguardo ci viene in mente il lavoro di Tranfaglia, "Mafia, Politica e Affari", che riproduce nel testo le varie inchieste parlamentari e che documenta, fra le altre cose, il colpevole ritardo nel prendere atto del fenomeno a livello istituzionale. "Campieri"-si diceva un tempo per sminuire il fenomeno.
In una ricostruzione storica -inframmezzata da considerazioni sociali, culturali e psico-antropologiche, non poteva mancare il riferimento alle famose bande di "picciotti" che affiancarono Garibaldi. Argomento sul quale si soffermò a suo tempo Salvatore Romano nel suo classico "Storia della Mafia". Ci pare però che le conclusioni cui pervengono i due autori siano divergenti; Romano infatti salva le bande composte da artieri e condanna le contro-bande armate dai latifondisti; da queste ultime sarebbe stata costituita la Mafia.
Ci sembra invece che Governale sia pervenuto ad un riconoscimento più disincantato del fenomeno: erano proprio prevalentemente composte e dirette da mafiosi. La Mafia, dice Governale, sostiene sempre le rivolte -ma solo per i propri scopi.
In Sicilia, a parte le collusioni, non sono mai mancati neanche coloro i quali hanno combattuto la Mafia con mezzi mafiosi o che hanno goduto di privilegi impropri che hanno caricato il popolo siciliano di ulteriore rassegnazione e disincanto.
La lucidità e il curriculum di Governale ci fanno ben sperare.
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