sabato 7 dicembre 2024

Gastone Breccia, "Lo scudo di Cristo - Le guerre dell'impero romano d'Oriente", Laterza 2016 - Una recensione di Ettore Martinez


 

"Gastone Breccia "Lo scudo di Cristo – Le guerre dell'Impero romano d'Oriente", Laterza 2016.

La prima cosa da constatare è come, dell'Impero romano d'Oriente o Bizantino, si parli generalmente assai poco. Nonostante l'enorme importanza che ha rivestito per secoli e sotto tutti gli aspetti.

Eppure l'impero di Costantinopoli,la "Nuova Roma" inaugurata da Costantino nel 330 ed espugnata dai Turchi Osmanli solamente nel 1453, è durato più di mille anni.

Per questo suo studio di Storia militare che copre i secoli che vanno dal IV al X, Gastone Breccia prende le mosse dalla disastrosa battaglia persa dai Romani contro i Goti ad Adrianopoli, scontro che vide l'annientamento dell'esercito imperiale, compreso della maggior parte del suo "stato maggiore" e dello stesso imperatore Valente.

Diciamo da subito che Breccia ha dovuto fare i conti per il suo lavoro con una documentazione spesso lacunosa e frammentaria che gli ha impedito su molti punti tecnici di essere preciso come avrebbe voluto.

Adrianopoli quindi segnò la fine del mito della superiorità delle legioni romane impostate sulla centralità della fanteria pesante: ecco allora che, visto anche il decremento demografico in atto, Teodosio pensò di riorganizzare l'esercito e la difesa in un modo alquanto diverso rispetto alla tradizione precedente.

Con Leone III e Costantino V, a seguito di altre criticità, proseguirà l'opera di ri-adattamento delle forze, della loro dislocazione logistica nonché delle risorse e della strategia da parte di un impero perennemente in guerra. Contro Barbari, Persiani, Arabi, Slavi, Bulgari, tutti sempre ansiosi di mettere le mani sulla Città e il suo porto.

Qui sta, a nostro avviso, il cuore della ricostruzione di Breccia: la sottolineatura della flessibilità, militare e più ancora diplomatica, come unica risposta possibile davanti ad attacchi spesso provenienti da più di una parte. Militarmente centrale diventa una cavalleria agile e spesso armata alla leggera; fondamentale l'addestramento dei vari contingenti per potere imporre al nemico una decisiva superiorità organizzativa e strategica.

La fanteria, un tempo gloriosa regina delle battaglie,viene destinata quindi a difese prevalentemente statiche,sia nelle fortezze e i trinceramenti che sul campo.

Soprattutto dopo Giustiniano e il suo progetto di "renovatio imperii", che costò alle casse dello Stato un autentico tesoro, la "Nuova Roma" dovette essere sempre sulla difensiva. Bisanzio, porta dell'Oriente, faceva gola a troppi e per giunta era perennemente insidiata, se non squassata, al suo interno -e per giunta proprio nei momenti peggiori- da lotte religiose, rivolte militari, crudeli scontri tra fazioni per il potere imperiale.

Si salvò, a duro prezzo, grazie all'imponente cinta muraria realizzata da Teodosio II -che cederà soltanto alle artiglierie turche- alla sua flotta e infine anche al provvidenziale "fuoco greco".

Ma soprattutto in virtù della capacità che seppe sviluppare di adattare la difesa al suo tessuto produttivo, alle disponibilità economiche e sociali, alle nuove esigenze belliche. Pervenendo infine all'astuta strategia della "Paradronès", la guerriglia.

Si stagliano su questo orizzonte di perenne e pericolosa incertezza, figure tragiche di imperatori -giusto per citarne solo altri tre- particolarmente bravi e sfortunati come Maurizio (582-602)o eroici quali Eraclio (610-641) e Leone III (675-741).

Il libro (420 pagine, note comprese) si legge, non proprio tutto d'un fiato perché è un saggio teoricamente piuttosto denso, ma sicuramente a lunghe sorsate per via di una accattivante prosa scorrevole e partecipata.

Breccia concorda in gran parte con Archer Jones nel constatare che "i fattori militari bastano a spiegare la maggior parte degli eventi militari" (1987). Questo però non toglie che la sua ricostruzione sia ricca di riferimenti e rimandi ad altri campi storici.

Ettore Martinez



1 commento:

Una recensione di Antonello Angioni - "Diario di Giovanni Sardu, militare “prigioniero” dei tedeschi nel 1944-45" a cura di Angelo Abis, editore Pietro Macchione, 2024.

  Diario di Giovanni Sardu, militare “prigioniero” dei tedeschi nel 1944-45 di Antonello Angioni Tra i meriti da ascrivere a Pietro Macchion...