lunedì 3 dicembre 2018

Il giovane Churchill prigioniero degli Italiani




di Mauro Scorzato e Ettore Martinez, con interventi di Roberto Cortis e Anna Porrà

Forse non tutti sanno che il mitico Winston Churchill, da giovane, era stato fatto prigioniero dagli Italiani. Ciò avvenne durante la seconda guerra anglo-boera (1899-1902), quando il treno blindato sul quale viaggiava Churchill, in divisa britannica e armato, per quanto accreditato come giornalista, fu intercettato da volontari italiani arruolati nell'esercito boero. Che ci facevano gli italiani nell'esercito boero?
Addetti alle miniere -e quindi esperti nell'uso degli esplosivi- avevano costituito una Legione Volontaria Italiana, comandata da Camillo Ricchiardi. Personaggio questo che Hugo Pratt non avrebbe esitato a definire un "gentiluomo di ventura". Churchill, trovato in possesso di due caricatori con proiettili esplosivi proibiti, sarebbe stato giustiziato sul posto se Ricchiardi non gli avesse salvato la vita. Ma su questo Churchill ha sempre taciuto.

Il giovane Churchill aveva 24 anni quando venne fatto prigioniero, il 15 novembre del 1899, dai volontari italiani dell'esercito boero. Indossava una divisa da cavalleggero e portava con sé una pistola privata Mauser C96 della quale cercò di disfarsi gettandola poco lontano dal vagone sotto il quale si era rifugiato. Gli furono però trovati addosso due caricatori con pallottole esplosive ad espansione, vietate dalla Convenzione dell'Aja. Sarebbe stato subito fucilato sul posto se Ricchiardi (che comandava la Legione volontari italiani con il grado di colonnello) non lo avesse salvato riconoscendogli la veste di giornalista inviato.

In italia, negli anni Sessanta, quando esisteva ancora una diffusa letteratura per ragazzi, molti di loro appresero dell'esistenza storica di una guerra anglo-boera da "Capitan Rompicollo" (1901) di Louis-Henri Boussenard. Questo romanzo d'avventure, in Italia pubblicato, in edizione presumibilmente ridotta come si usava allora, dalla "Boschi", è apertamente schierato dalla parte dei Boeri. Insiste molto sulla loro tecnica di combattimento, basata sulla guerriglia e sul largo uso di esplosivi. Contiene anche osservazioni sull'adozione del colore caki per le uniformi, dovuta alla micidiale mira dei boeri che si trovavano per giunta inizialmente davanti gli ottimi bersagli forniti loro dalle sgargianti uniformi britanniche.

?”

Bobo Cortis: “Il comandante della piazzaforte di Mafeking che fu sottoposta a un lungo assedio - seconda guerra anglo-boera - era nientemeno che Baden-Powell, che proprio in quella occasione utilizzò dei giovanissimi soldati, inquadrati nei cc.dd. "Mafeking Cadets". L'esperienza con questi ragazzi fece maturare in B.P. l'idea di creare - per gli scopi di servizio civile che conosciamo - il corpo dei boy-scout. La circostanza che lo scautismo nacque dall'utilizzo dei minorenni in un evento bellico è uno dei cavalli di battaglia dei detrattori del movimento che vi additano una sorta di peccato originale, rivelante l'impronta militaresca che alcuni non apprezzano. E' da dire che l'impiego in guerra di questi giovani deve essere inquadrato nella situazione che si creò, dove la difesa della comunità di Mafeking dall'assedio fu possibile grazie alla mobilitazione di un migliaio di irregolari, fra cui gli stessi abitanti del luogo abili alle armi e i figli di questi anche minori di età, che tennero testa a ottomila boeri.  :-)
In ordine alla guerra anglo-boera voglio citare un bel film dell'australiano Bruce Beresford, "Breaker Morant" (1979) su un episodio vero del conflitto, in cui un ufficiale del contingente alleato australiano fece fuciliare senza processo alcuni prigionieri per rappreseglia dell'uccisione di un amico da parte dei guerriglieri boeri, e sul processo che vi fece seguito. Non trovo nulla in italiano su YT ma diverse scene in inglese fra cui l'arringa del difensore che conclude (minuto 3:40): "The fact is that war changes men’s natures. The barbarities of war are seldom committed by abnormal men. The tragedy of war is that the horrors are committed by normal men in abnormal situations … I say that we cannot hope to judge such matters unless we ourselves have been submitted to the same pressures and the same provocations as these men whose actions are on trial" .


LM: “Classico inglese borioso....”

E' nota la cattiva opinione che degli Italiani ha sempre nutrito Churchill che arrivò inizialmente a ritenere il fascismo, lui così parlamentare a casa propria, come l'unico modo per disciplinare un popolo anarchico come il nostro. Famosa è poi la frase che gli viene attribuita secondo la quale "Gli Italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio". Tutto questo senza nulla togliere alla sua indiscutibile grandezza. Fu lui comunque a insistere per la disastrosa azione diversiva di Gallipoli nel 1915 e fu sempre lui a insistere per colpire il "ventre molle" dell'Asse -cioé l'Italia nel 1943.

Mauro Scorzato: che militavano nelle fila dei Boeri. Non solo la Legione dei Volontari Italiani (meglio noti come "Italian Scouts") quindi, ma della Legione Scandinava, tedesca, olandese e francese. Molto interessante è l'accenno dell'italiano bisnonno della signora (1) che dice sia stato fatto prigioniero: di fatto l'Italia non era coinvolta nella guerra e quindi i suoi cittadini non potevano (legalmente) essere fatti prigionieri, ma questo conferma le mie fonti che citano che la dedizione degli italiani del Transvaal alla causa boera era seconda solo a quella dei Boeri stessi. Gran parte degli italiani dell'Africa del Sud furono infatti rimpatriati (deportati?) alla fine del conflitto e l'immigrazione italiana in Sud Africa non ricominciò fino a dopo la 2^ Guerra Mondiale quando i prigionieri di guerra italiani ebbero un tale benvenuto tra gli afrikaner da portare le loro famiglie colà invece che tornare in Italia.
In risposta all'accenno sul Generale Baden Powell riporto che il B.P. era colonnello al tempo e comandante dell'Accademia Militare di Mafeking: utilizzò i suoi cadetti come staffette durante l'assedio. Non commento sull'impiego dei minorenni in combattimento come cita il Sig. Cortis (2) limitandomi a ricordare un minorenne detto Alessandro il Grande che poca cura ebbe della sua minore età.
Per quanto riguarda poi il tuo commento su Churchill il suo disprezzo per gli italiani era ben noto: più che individuare il ventre molle dell'Asse ( che poi si rivelò molle fino al centro italia tant'è che il tentativo di sbarco alle spalle della linea di resistenza, ad Anzio, si dimostrò un fiasco degno di Gallipoli) sapeva bene che gran parte del sud ancora non era perfettamente assimilato ai Savoia. La diramazione della notizia della capitolazione dell'Italia anzitempo rendendo di fatto impossibile la difesa di Roma sembra si debba proprio a Churchill." 


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