di Ettore Martinez
Vittorio Dan Segre, "La guerra privata del tenente
Guillet", ("La resistenza italiana in Eritrea durante la
seconda guerra mondiale") ediz. Corbaccio 2017
A
differenza del famoso Lawrence d'Arabia, l'italiano Guillet non poté
mai contare su finanziamenti e aiuti di alcun genere. Decise di
continuare a combattere gli Inglesi in A.O.I. con una truppa tutta
locale che trasformò in banda, sapendo di rischiare la fucilazione;
il suo generale infatti aveva firmato la resa anche per lui. Questo
libro, scritto da un ebreo palestinese scappato dall'Italia nel 1938,
si basa parecchio, oltre che sulle sue conversazioni con il nostro
tenente di cavalleria, sui documenti e le testimonianze degli
ufficiali inglesi che cercarono sempre invano di sconfiggere e/o
catturare Guillet. Troviamo riportata anche l'opinione che uno di
essi se ne era fatta come di un esibizionista con manie di grandezza,
dotato però di innegabili qualità militari. C'è da dire tuttavia
che gli Inglesi hanno sempre cavallerescamente apprezzato e stimato
Guillet, sul quale avevano anche inutilmente messo una taglia di
mille sterline oro; e che dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943
prima e dopo la fine della guerra (1945) poi, lo hanno assai
onorato.In Italia invece poco si è sempre detto e saputo di lui.
Vittorio
Dan Segre ha scritto questo libro (che si legge volentieri) nello
stile impressionistico che è proprio della memorialistica militare.
Le avventure, a momenti salgariane, di questo ufficiale -che si
converte all'Islam restando cattolico e che prende nome abbigliamento
e aspetto arabi al punto di vivere lui stesso una crisi d'identità-
e dei suoi uomini, qualche italiano e molti etiopi, eritrei e ealtro
ancora, non finiscono con la fine della sua guerriglia in Etiopia;
proseguono infatti anche dopo, per mare e nel deserto.
La
prima edizione di questo libro è del 1993, mentre Amedeo Guillet è
morto a Roma nel 2010.
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