[Fotografia: Inverno 1918, Fonte: Imperial War Museum di Londra]
di Mauro Scorzato e Ettore Martinez
Grande
guerra 1915-18. I carabinieri e il fuoco amico sui soldati.
Quella
infinita serie di gradoni, al sacrario di Redipuglia, su ognuno dei
quali è scritto "Presente", ospita migliaia di salme di
soldati caduti durante la Grande guerra del 1915-18. Di certi
compaiono nome, cognome, grado e reparto di appartenenza, di altri
solo il nome proprio e a volte neanche quello. In proporzione al
numero, rispetto ai soldati di fanteria, artiglieria, etc., di
carabinieri ce n'è effettivamente tantissimi di meno. Qualcuno
potrebbe magari pensare che i RRCC (Reali carabinieri) non siano
praticamente mai stati impiegati come soldati di linea ma abbiano
svolto esclusivamente compiti di polizia militare. Effettivamente a
loro spettava appunto di svolgere questa funzione (di P.M.) e di
vigilare sulle retrovie; questo però non ha impedito che alcuni loro
reparti venissero impiegati in prima linea, senza per giunta che
neanche avessero avuto uno specifico addestramento in tal senso.
Circa la voce che gira, inutile negarlo, che a volte i Carabinieri
Reali spazzassero il terreno con le mitragliatrici alle spalle dei
nostri fanti per spingerli all'attacco quando questi proprio non se
la sentivano, c 'è da dire che se anche i nostri comandi -tutt'altro
che teneri e comprensivi- avessero voluto ciò, non si capisce come
avrebbero potuto, visto l'esiguo numero dei Carabinieri di cui
disponevano:
«
... infatti , su 56.000 carabinieri alle armi nel 1915 (circa la metà
di quelli di oggi) il Comando Generale decise di schierarne sul
fronte solo 19.800 per tutti i compiti , compresi quelli
organicamente inquadrati nelle Brigate e il reggimento Carabinieri
mobilitato. Complessivamente a fronte di un milione e mezzo di uomini
al fronte, si poteva contare 1 Carabiniere ogni 75 soldati; la
Brigata Sassari per esempio, disponeva in tutto di sette Carabinieri
su una forza di 6000 uomini circa. Approfondendo i motivi di una così
ridotta partecipazione si nota come la situazione domestica durante
la 1^ G.M. invitava a tutto tranne che a sguarnire i territori dalla
presenza dello Stato, visto che la già precaria situazione
dell'ordine pubblico veniva aggravata specialmente nelle regioni
meridionali dalla presenza di innumerevoli renitenti alla leva datisi
alla macchia. Una leggenda insomma, quella del “fuoco amico” alle
spalle, smentita anche dal fatto che fino al 1917 i Carabinieri non
avevano le mitragliatrici, tant'è che per il fatto d'armi del
Podgora (o Monte Calvario) le mitragliatrici vennero prestate ai RRCC
dal 36° Rgt . Fanteria”.» (Mauro Scorzato)
C'è
da dire poi che negli anni Settanta, in pieni conflitto sociale e
polemica antimilitarista, spesso anche antimilitare (viene in mente
ad esempio il film “Uomini contro” ), vennero fuori tutta una
serie di vere e proprie leggende sui carabinieri che sarebbe il
momento di rivedere dal punto di vista storico, prescindendo una
volta per tutte dalla politica. Tornando un po' più indietro nel
tempo è interessante al riguardo anche il romanzo storico di Ernest
Hemingway “Addio alle armi”, pubblicato nel 1929 e censurato dal
Fascismo (perché ritenuto oltraggioso nei confronti del nostro
Esercito), nel quale i “velieri”, cioè i carabinieri, non
vengono propriamente ben trattati ma che, ricordiamolo è un romanzo e non un libro di Storia.
Non è da escludere che la censura fascista subita dal romanzo di
Hemingway, abbia finito per accreditarne il valore documentario molto
al di là dei suoi limiti oggettivi. «Alle origini di questa voce
dei CC "mitraglieri" sembra comunque essere stato Angelo
Del Boca, ex presidente dell'ordine dei giornalisti, ex membro della
"Monterosa" (alpini della RSI) squagliatosi sul versante
opposto al cambiare dei venti, poi divenuto di fatto un giornalista
storico dell'avventura italiana nell'Africa Occidentale ( laddove
discuterne nei primi anni '70 veniva abbastanza facile ) il
quale ha sempre sostenuto di aver aderito alla RSI per poter tornare
in Italia (la Monterosa venne addestrata dai tedeschi in Germania)
pronto al combattimento (????).» (Mauro Scorzato). Restiamo comunque
in attesa, se ci sono, di dati documentati al riguardo, con spirito
di aperta acribia storica. La Storia infatti è sempre revisionista.
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