sabato 24 novembre 2018

Gli Armeni in Italia durante la Grande Guerra (1915-18)



di Ettore Martinez


Gli Armeni in Italia durante la Grande Guerra (1915-18)

La presenza armena in Italia è molto antica. Nel 1715 una loro Congregazione era già insediata a Venezia. Dal punto di vista religioso gli Armeni sono un popolo cristiano di osservanza monofisita. Nel 1915 l'italia ruppe le relazioni diplomatiche con l'Impero ottomano e ritirò conseguentemente il suo personale dalla Turchia. Ma i nostri diplomatici e quindi i nostri apparati governativi avevano già da tempo ben chiara la condizione armena e conoscevano i rapporti di questo popolo -già sottoposto in passato a feroci persecuzioni- con i Turchi. Sempre nel 1915 ebbe luogo quello che gli Armeni chiamano "Il Grande Male", un genocidio spietato che ispirerà addirittura tecniche di eliminazione fisica, quali la gassificazione, agli stessi nazisti. In questo stesso anno la presenza armena in Italia registra un forte aumento; un censimento governativo effettuato tre anni dopo, nel 1918, segnalerà sul nostro territorio la presenza di circa 7000 sudditi ottomani non turchi. Con l'entrata in guerra dell'Italia gli Armeni ivi residenti si trovarono nella doppia condizione di sudditi di un paese nemico e di rifugiati amici. A quanto pare le nostre autorità non ci misero molto a fidarsi (per lo meno in linea di massima) degli Armeni e a favorirne l'integrazione, ma ci volle del tempo perchè tutte le varie diramazioni della nostra Pubblica Amministrazione recepissero questo orientamento e perché le varie indagini effettuate su singoli elementi armeni dessero sistematicamente risultati rassicuranti.
Nello stesso tempo gli Armeni, peraltro sostenuti e apprezzati negli ambienti più diversi, facevano del loro meglio non solo per ribadire la loro fedeltà all' Italia ma anche per sdebitarsi concretamente nei confronti del Paese ospite. Fu così che gli Armeni di Milano, dopo Caporetto, raccolsero con una circoscrizione la somma di 5100 lire a favore dei profughi friulani e veneti sfollati al Sud in seguito all'occupazione austriaca. Il Comitato armeno d'Italia poi, nella persona del suo presidente G. Dilsizian istituì un premio ("una singolare e quasi inverosimile iniziativa", secondo A. Manoukian) in onore dell'asso dell'aviazione Francesco Baracca che sarebbe andato a cinque aviatori italiani che avessero abbattuto ciascuno 34 velivoli nemici; essi avrebbero riscosso 5000 lire ciascuno.
Una terza iniziativa fu quella dell'apertura, nel gennajo del 1918, a spese della comunità di Milano, di un "reparto armeno" presso l'Opedale della Croce Rossa "Principessa Jolanda". 


Se sulla questione armena non è difficile reperire materiale qualificato di consultazione, sugli Armeni in Italia e per questa nostra nota, ci siamo avvalsi del testo "Presenza Armena in Italia (1915-200)" Ediz. Guerini e Associati, del prof. Agop(ik) Manoukian.

Nessun commento:

Posta un commento

"Comandante", una recensione (2023) di Antonello Ruscazio del film di E. De Angelis

  Una recensione di Antonello Ruscazio " Comandante " film del 2023 diretto da Edoardo De Angelis                            ...