di Ettore Martinez
Paolo
Gaspari, "LA BATTAGLIA DEI GENERALI"
2013,
Gaspari editore
'La
vittoria di un ripiegamento è quella di mettere in salvo più uomini
e mezzi possibili per riprendere la lotta su linee appropriate" (P.
Gaspari, op.cit., pag.187).
In
linea di massima quasi tutti, a Scuola, abbiamo studiato -e a volte,
dopo, anche insegnato- come dopo la "disfatta" di Caporetto del 23-24
Ottobre 1917, l'Esercito italiano sia riuscito faticosamente a creare
una efficace linea di resistenza sul Piave.
In
questo suo interessantissimo libro, pubblicato due anni prima dell'
inizio delle commemorazioni italiane della Grande Guerra (15-18),
Paolo Gaspari ci descrive che cosa successe al nostro Esercito, in
parte in ritirata, in parte in rotta, proprio nei giorni
intercorrenti fra Caporetto e il suo passaggio al sicuro oltre il
fiume Tagliamento.
Nonostante
le gravissime perdite in uomini e materiali e le decine di migliaia
di prigionieri lasciati al nemico, il grosso del regio esercito
riuscì a portarsi in salvo insieme alle sue dotazioni.
Gaspari
ci racconta proprio come si sono svolti tutta una serie di
combattimenti di retroguardia che hanno consentito alla 2a e alla 3a
Armata (guidata quest'ultima dal Duca D'Aosta) di non finire
circondate e annientate.
Diciamo
subito che questo è un libro, se non per esperti, per lo meno per
appassionati di Storia militare e che non è stato facile farsi un
quadro complessivo per "summa capita" dell'accaduto. Più
fruibile senz'altro la ricostruzione di singoli episodi che riesce a
trasmetterci tutto il pathos di quella che dovette essere la
dimensione militare di quei giorni. Fatta di tanta gente che scappava
in modo disordinato incalzata dalle Truppen germaniche, assai bene
armate e motivate alle quali spesso si arrendeva, ma fatta anche di
tanti costosi contrattacchi e difese a oltranza.
Ci
si riferisce, fra gli altri a episodi quali la drammatica carica di
cavalleria di Pozzuolo del Friuli o la battaglia casa per casa di
Codroipo; episodi di retroguardia che rallentarono l'avanzata
germanico-austriaca il tempo necessario per consentire la ritirata
del grosso. Come è noto, a Codroipo si distinse la Brigata Sassari,
con Lussu e Musinu in testa; secondo Gaspari fu sui sassarini che
ricadde il maggior peso di quegli scontri tanto coriandolari quanto
sanguinosi.
Il
generale della Brigata Sassari A. Tallarigo che, a differenza di
altri suoi colleghi, era rimasto in coda alla colonna dei suoi
uomini, rimasto isolato con pochi dei suoi, dopo essersi difeso armi
alla mano, verrà fatto prigioniero anch'egli, come diversi altri
Generali e ufficiali superiori, dai Tedeschi. A lui è dedicata la
foto di copertina di questo libro.
Dal
punto di vista strettamente tecnico, Gaspari annette importanza
decisiva alla grande disponibilità da parte dei reparti tedeschi
delle mitragliatrici leggere MG 08/15 in quelle che furono operazioni
ormai già di moderna guerra di movimento. Non tutti gli esperti
però, pur concordando su questa maggiore disponibilità tedesca di
armi automatiche, le riconoscono un'importanza così decisiva nei
fatti di quei giorni.
Da
tutti questi resoconti parziali, dalle testimonianze, emergono anche
alcune cose un po' particolari quali, ad esempio, il fatto che le
truppe nemiche siano state viste essere indirizzate o guidate durante
le operazioni, da uomini in borghese.
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