di Ettore Martinez
L'
edizione Oscar Mondadori a sinistra, del 1965, del famoso romanzo di
E. Hemingway ci mostra in copertina il ritratto di un personaggio che
assomiglia anche troppo a Rock Hudson.
L'attore
americano nel 1957 era stato protagonista di un (secondo) film tratto
da questo romanzo e l'editoria aveva già da tempo imparato a utilizzare le
immagini degli attori per incrementare le vendite dei libri. [Ancora adesso del
resto in tantissimi si associa Maigret all'immagine disegnata di Gino
Cervi.] Questa edizione si giova di una introduzione dell'Autore
scritta nel 1948. Fra le altre cose leggiamo: "Ma soprattutto
ricordo di aver vissuto nel libro e di aver inventato ogni giorno ciò
che vi accadeva". Sottolineo questo passaggio perché, come è
noto Hemingway aveva partecipato alla Prima Guerra mondiale proprio
in Italia come volontario della Croce Rossa ed era rimasto anche
ferito in azione di soccorso. Il libro del quale stiamo parlando,
questo, fu censurato dal Fascismo perché ritenuto offensivo
dell'onore dell'Esercito Italiano. Restò vietato sino al 1945. Ferma
restando l'inappellabile e completa condanna che la Storia ha
pronunciato sulla dittatura fascista, anche in termini militari, resta ora da vedere se la descrizione che Hemingway ci dà di
Caporetto come di una caotica disfatta punteggiata di improvvisati
tribunali militari presieduti da giovani tenentini privi di
qualsivoglia esperienza che mandavano con supponenza alla fucilazione
ufficiali superiori d'esperienza e valore semplicemente
perché visti tornare indietro con la truppa, corrisponda
all'effettiva verità storica. Un po' come per altri versi il film di
Rosi "Uomini contro", anche questo libro, per decenni, ha
costituito una sorta di manuale storico unico sull'argomento, senza
esserlo e senza neanche pretendere di esserlo e per giunta con
fascismo e militarismo morti e sepolti. Sull'argomento occorrerà
tornare ancora.
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