Clay Blair (1925 – 1998) Hitler’s U-Boat war
Vol I – The Hunters Vol. II – The Hunted
Ed. 1997
L’autore, Clay Blair (1925 – 1998), lui stesso un sommergibilista che prestò servizio nella U.S. Navy, è stato un giornalista e scrittore americano.
https://it.wikipedia.org/wiki/Piano_Z
Ma l’Inghilterra, dichiarando la guerra il 3 settembre 1939, per così dire “rubò il tempo” ai tedeschi, che si videro così costretti ad archiviare questo piano grandioso.
La forza sottomarina prevista in questo piano era relativamente ristretta, in quanto lo Stato Maggiore della KM giustamente riteneva che il passaggio degli U-boot attraverso il mare del Nord o, ancora di più, nel canale della Manica, sarebbe stato particolarmente pericoloso, dati i nuovi mezzi di scoperta ( ASDIC per gli inglesi, SONAR per gli americani).
https://it.wikipedia.org/wiki/Sonar
Inoltre il lungo percorso da effettuare dalle basi germaniche verso le “zone di caccia”, situate in mezzo all’Atlantico , avrebbe consentito ai battelli sottomarini una permanenza operativa in queste zone relativamente breve.
Ma due fatti vennero a mutare questa situazione: con l’ausilio fondamentale della Luftwaffe, la Wehrmacht poté occupare nell’aprile del 1940 la Danimarca e la Norvegia, consentendo così un transito sicuro verso l’Atlantico e, cosa che neppure il più ottimista dei componenti dello SM tedesco avrebbe ritenuto possibile in tempi così rapidi, nel giugno del medesimo anno, addirittura la Francia, assicurandosi in tal modo le basi direttamente sulla costa atlantica.
In questa situazione gli scenari relativi alla guerra sottomarina cambiarono radicalmente: in particolare i tedeschi si videro aprire la possibilità, con la costruzione una numerosa flotta sottomarina, di tagliare definitivamente il flusso di rifornimenti verso la Gran Bretagna.
Da questo punto in poi si può dire si aprì da una parte una guerra propagandistica, con gli Inglesi che accentuavano la minaccia sottomarina tedesca con la scopo di far intervenire gli Stati Uniti nel conflitto, dall’altra con la propaganda tedesca che gonfiava i risultati ottenuti dai sommergibili, risultati a cui lo stesso Comando della KM finì per credere.
A questo punto, come accadde anche nella Ia G.M., si ebbe uno scontro tra la cocciutaggine britannica e la testardaggine tedesca.
Pertanto in Inghilterra la stragrande maggioranza delle risorse venne allocata al Bomber Command, trattando come il parente povero il Coastal Command, che aveva lo scopo di proteggere i convogli marittimi, lesinandogli, perlomeno sino agli inizi del 1943, uomini e mezzi.
La testardaggine tedesca consistette invece nel non tenere conto del fatto che, sostanzialmente, i sommergibili della IIa G.M. erano praticamente identici a quelli della Ia: una velocità massima di 17 nodi ( 32 km/h circa, la velocità di un modesto ciclista), ottenuta a prezzo di un insostenibile consumo di carburante ed una in immersione di soli 8 nodi (anche qui con una autonomia limitata a poche ore), con un’arma, il siluro, del tutto inaffidabile (si veda “Crisi dei siluri”), non adatta a una guerra moderna.
Per non parlare della decrittazione dei codici tedeschi, che i la KM riteneva assolutamente invulnerabili (vedi Alan Turing).
Questo sia per l’enorme superiorità di mezzi messa in campo dagli Alleati, sia perché, vennero destinate al Costal Command sufficienti risorse sottraendole al Bomber Command, in particolare i grandi bombardieri quadrimotori B-24 VLR (Very Long range) muniti di radar particolarmente avanzati operanti su banda centimetrica, di cui i tedeschi non sospettavano neppure l’esistenza, e il cui utilizzo permetteva di scoprire un sommergibile in emersione anche di notte, quando i sommergibili erano soliti agire.
Certamente la guerra sottomarina provocò enormi lutti sia tra i cacciati che tra i cacciatori ( di tutte le Forze Armate, di qualsiasi nazione, i sommergibilisti patirono le percentuali di perdite più elevate, e gli equipaggi delle marine mercantili subirono perdite paragonabili a quelle dei sommergibilisti) ma, fortunatamente per il mondo libero, come questi libri dimostrano, mai i sommergibili misero in pericolo i rifornimenti: al culmine della loro attività (fine 42-inizio 43) i sommergibilisti tedeschi riuscirono ad affondare solo il 5% del tonnellaggio navale da e per l’Inghilterra.
Nella foto: il Sottocapo sommergibilista Luigi Pitzalis, nato a Cagliari nel 1901.